MIRACOLO DI ESORCISMO NELLA SINAGOGA DI CAFARNAO (Mc 1,21-28)
Uno specifico tipo di miracolo è il genere esorcistico, che nei vangeli sinottici ha una presenza: l'esorcismo a Cafarnao (Mc 1,21-28); la liberazione con una parola autorevole (Mt 8,16); l'uomo posseduto nel paese dei Geraseni (Lc 8,26-39; Mc 5,1-20); la liberazione di due uomini e l'accusa dei farisei (Mt 9,32-34; 12,21-25).
Alcuni testi vengono ad oggi considerati miracoli di guarigione, contro la mentalità dell'epoca che attribuiva alcune malattie, in particolare l'epilessia, alla infestazione di spiriti maligni.
Il motivo dei vari racconti di esorcismo, uniti alle dispute di Gesù contro Satana, è da ricercare nella situazione precedente all’incarnazione del Figlio di Dio, quando la presenza del maligno poteva più liberamente manifestarsi sulla Terra.
Nel racconto dell’esorcismo di Cafarnao incontriamo Gesù che per la prima volta entra in un luogo religioso e si scontra con le autorità e con lo spirito impuro. L’accostamento mira all’equiparazione tra le autorità religiose d'Israele che con il loro insegnamento allontanano il popolo da Dio e lo spirito impuro che nel Vangelo di Marco è definito con demonio. Incontriamo pertanto un’infestazione demoniaca di natura ideologica, rappresentata dall’abuso di potere degli scribi e dalla loro riduzione possessiva nei confronti della gente.
Gesù parla con autorità, ovvero con un metodo nuovo rispetto a quello degli scribi. L’ebraico sôfer, tradotto con scriba indica “l’uomo del Libro”, quindi l’interprete autorizzato della Torah, attività specifica degli scribi che esercitavano in seguito ad un lungo periodo di studi, nonché all’ordinazione che conferiva loro lo spirito di Mosè (Nm 11,16ss), trasformandoli in successori dei profeti.
Il loro insegnamento acquistava autorità sulla base delle citazioni dei sapienti e dei grandi padri della Torah, mentre Gesù insegna in modo autoreferenziale. Questo genera l’entusiasmo dei presenti e la conseguente critica nei confronti degli scribi.
Un solo individuo si oppone a Gesù con veemenza, interrompendolo. Era un posseduto da uno “spirito impuro”, quindi da un demonio. Nelle intenzioni dell’evangelista, costui è un individuo che ha aderito volontariamente ad un’ideologia che lo rende ostile all'insegnamento di Gesù, il quale soltanto possiede lo Spirito di Dio (Mc 1,10). Con l’espressione sei venuto a rovinarci notiamo che il singolo parla al plurale, divenendo così una personalità corporativa minacciata dall'insegnamento di Gesù. Tale corporazione era la stessa classe degli scribi che vedeva minata la propria autorità e la stessa detenzione del potere religioso.
L'uomo ammonisce Gesù con il richiamo ad attenersi alla tradizione del Santo di Dio, ovvero il Messia che secondo le attese avrebbe dovuto spiegare e far osservare la Torah.
Di fronte a tale attacco Gesù tronca sul nascere ogni dialogo e nello scontro tra l'uomo posseduto dallo spirito impuro e l'Uomo che possiede lo Spirito di Dio, questi ne esce vincitore, capace di liberare dal male. La liberazione non avviene tuttavia in modo indolore ed abbandonare le vecchie convinzioni è causa di profonda lacerazione.
Il gesto miracoloso provoca entusiasmo con il suo essere “nuovo”, dove il termine greco kainos indica la qualità infinitamente superiore che elimina ciò che precede. L'insegnamento di Gesù non è un’ulteriore dottrina giustapposta a quella degli scribi, ma proviene direttamente da Dio ed elimina affatto la precedente.
L’effetto finale è la liberazione della gente dallo spirito impuro, quindi dalla dottrina insegnata dagli scribi. I presenti nella sinagoga individuano in Gesù la forza liberante che supera il singolo caso, estendendosi a tutti casi simili e resa dall’espressione comanda persino agli spiriti immondi.
Più avanti, in Mc 1,39, troviamo Gesù che andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni. Qui l’accostamento appare con evidenza ed il gesto miracolistico di Gesù che libera il posseduto dalla sinagoga di quell’epoca, di tutt’altra natura rispetto all’attuale, rivela l’intenzione del Figlio di Dio di “esorcizzare” l’uomo dal fanatismo religioso che invadendolo nell’anima lo rende schiavo e sottomesso ad una potenza demoniaca.
di Ferrario Fabio