Anche il pagano, panteista Whitman, un “classico” della poesia americana, si rivolge a Gesù come a un “fratello diletto”, nel cui segno combattere la grande battaglia dell'amore, della comprensione, della libertà da ogni chiusura e insofferenza.
WHITMAN WALT (1819-1892)
A quegli che fu crocifisso.
Il mio spirito si fonde col tuo, fratello diletto, e non badare se molti, che il tuo nome pronunzieranno, non possono capirti, io il nome tuo non pronunzio, ma ti capisco, con gioia ti designo, camerata, per salutarti, per salutare quelli che furono con te, prima e poi, e pure quelli che in seguito verranno. affinché tutti si lavori concordi, trasmettendo gli stessi incarichi e legati, noi, pochi eguali, indifferenti ai paesi, indifferenti ai tempi, noi che abbracciamo tutti i continenti, tutte le caste, che tolleriamo ogni teologia, compassionevoli, comprensivi, comune misura degli uomini, procediamo silenti tra dispute e affermazioni, senza rifiutare disputa né asserzione veruna, udiamo il chiasso, il frastuono, d'ogni dove ci arrivano i segni di dissensi, gelosie, recriminazioni, perentori si serrano su noi, ci attorniano, mio camerata, eppure noi procediamo sciolti, liberi, per la terra universa, camminando in ogni senso finché non s'incide il nostro segno indelebile sul tempo e le diverse età, finché non si satura tempo ed età, onde gli uomini e le donne di razze ed ere future possano rivelarsi fratelli e amici, come lo siamo noi.E Gesù risponde, ammirato: "Quest'uomo mi ha chiesto ciò che io posso veramente donare, cioè l'amore!"