Nella moltitudine dei personaggi creati dal grande scrittore russo, figura sublimemente cristiana è quella di Lukeria, una giovane paralizzata che pure vive in una sua mistica beatitudine. Una volta, in sogno, viene a consolarla la stessa figura di Gesù.
TURGENEV IVAN SERGEEVIC (1818-1883)
Reliquia vivente
Una volta che bel sogno feci! Ve lo racconterò, volete? Su, ascoltate. Vedo che sto in un campo, e torno torno la segala, così alta, matura, come d'oro!... E con me c'è un cagnetto rossigno; cattivo cattivo: vuol sempre mordermi. E ho in mano una falciola, e non una semplice falciola, ma proprio la stessa luna, ecco, quando è simile a una falciola. E proprio con quella luna devo mietere questa stessa segala, pulito pulito. Solo ch'ero estenuata dal caldo, e la luna mi accecava, e mi colse la pigrizia; e in giro crescono i fiordalisi, ma così grossi! E tutti avevano volto le testine verso di me. E io penso: coglierò questi fiordalisi; Vassia ha promesso di venire: allora, ecco, mi farò prima una ghirlanda; farò ancora in tempo a mietere. Comincio a strappare i fiordalisi, e mi si fondono, mi si fondono tra le dita, avevo un bel fare! E non posso tessermi la ghirlanda. E intanto sento che qualcuno viene verso di me, vicino così, e chiama: Luscia! Luscia!... Ahi, penso, che guaio: non ho fatto in tempo! Non importa, mi metterò in capo questa luna al posto dei fiordalisi. Mi metto in testa la luna, proprio come il nostro diadema, e io stessa d'un subito fui tutta splendente, illuminai tutto il campo intorno. Guardo: proprio sulle cime delle spighe viene verso di me lesto lesto, non Vassia, ma Cristo in persona! E come riconobbi ch'era Cristo, non posso dirlo. Lui non lo dipingono così, ma era Lui! Senza barba, alto, giovane, tutto vestito di bianco, soltanto la cintura d'oro, e mi tende la mano. “ Non temere ”, dice, “ adorna sposa Mia, seguiMi; tu da Me nel regno dei Cieli guiderai le danze e sonerai i canti del paradiso ”. E io come mi attaccai alla Sua mano! Il mio cagnetto subito mi si afferra alle gambe... ma qui noi ci alzammo a volo! Lui davanti... Le ali Sue si dispiegarono per tutto il cielo, lunghe, come d'un gabbiano, e io dietro a Lui. E il cagnolino dovette staccarsi da me. Solo allora capii che quel cagnolino era il mio male, e che nel regno dei Cieli ormai non ci sarebbe stato posto per lui.
la Domenica delle palme
PROLOGO
I
miei giorni camminano
davanti ai Tuoi
e dànno loro un senso.
Essi Ti hanno strappato
alla Tua dimora eterna
facendoTi
il primogenito dei perduti.
Tu ora non sei
che un nostro fratello,
hai sofferto in Te
ogni nostro dolore.
Noi ti sentiamo vicino
nel Tuo lamento
e nel Tuo pianto
sulla fossa di Lazzaro.
Ora la nostra carne non Ti abbandona;
sei un Dio che si consuma
in noi. Un Dio
che muore.
Turoldo, O sensi miei..., p.80
Offertorio
Preparate vasi ai davanzali,
stendete da balcone a balcone
ghirlande di glicine e magnolie:
o gente, affacciatevi alle porte,
torno ora dai campi e il corpo
è un fascio solo di profumi:
m'invocava l'attesa dei fanciulli
e l'amore infallibile delle cose.
Questo è un ramo di pesco tutto sangue
e questo è un mazzo di vitalbe
e corone di narcisi e rosmarino
e questo è un ramo di bosso tutto candore...
Si ammantano i prati all'imminente rito,
sorridono olivi al mio passaggio,
mi espande il vento sulle colline
e come stelle al prodigio
splendono croci e vessilli
dalle torri e dai templi.
Sono laghi di colore gli occhi
delle fanciulle a sera.
Pensieri ramificano eguali
a radici giù per il corpo;
nessuno può essere sradicato dalla terra:
frumento e vite
fioriscono per la carne di Dio...