(Da G. Marcel, Il mistero dell’essere, tr. it. di Giulia Bissaca, vol. II, Torino, Borla, pp. 114-115).

 

Gabriel MARCEL (1889-1973)

 

L’Incarnazione, fonte della testimonianza del Dio vivente

 

Per quanto riguarda la fede (problema di cui ci stiamo appunto occupando) non ci può essere altra testimonianza che quella di un Dio vivente. Il Dio di cui parlano i teologi, quello di cui pretendono di dimostrare l'esistenza, non può essere oggetto di nessuna testimonianza; oserei dire, quindi, che è un Dio che non dovrebbe interessare il credente in quanto tale. Quel Dio insomma, che Pascal chiamò il Dio dei filosofi, viene posto dai filosofi stessi in una dimensione che non è quella della fede. Bruciando qualche tappa, potremmo allora porci il problema se il Dio vivente debba necessariamente essere un Dio incarnato, se questa incarnazione debba essere considerata la fonte di ogni altra testimonianza che lo riguardi; in altre parole potremmo domandarci se credere in un Dio vivente equivalga ad affermare, se non in primo luogo, almeno in secondo luogo, che per esempio ogni attentato alla giustizia o alla carità nella persona del mio prossimo è un attentato a Dio stesso, il che presuppone una relazione concreta, benché misteriosa fra quel Dio vivente e i miei simili.

Se non accettiamo questa conclusione, l'idea del Dio vivente si riduce necessariamente ad un'idea inalterabile contro la quale io non posso peccare. Sottolineo che, inevitabilmente, in un discorso di questo tipo, affiora la parola peccato; dall'altra parte l'ambito della testimonianza è anche l'ambito della libertà: la testimonianza è libera, per cui io posso rifiutarmi di testimoniare o posso testimoniare il falso; l'ambito della testimonianza e della libertà è quindi anche l'ambito del peccato. Da questo punto di vista, se non si è coerenti, non si può negare che testimone del cristianesimo non è solo il contemporaneo di Cristo, nel senso cronologico del termine, colui che ha ricevuto direttamente il suo insegnamento; l'essenza dell'Incarnazione è di essere irradiante, per cui anche oggi possono esistere dei testimoni di Cristo, la cui testimonianza non ha solo valore di esempio, ma di apologia.