Per Betocchi, uno dei nostri più geniali poeti religiosi, la vita è felicemente sottomessa ad un disegno soprannaturale: il Cristo, perciò, è una realtà che si vive giorno per giorno, una realtà perentoria.
BETOCCHI CARLO (1899-1986)
La Pasqua dei poveri
Forse per noi che non abbiam che pane,
forse più bella è la tua Santa Pasqua,
O Gesù nostro, e la tua mite frasca
si spande, oliva, nelle stanze quadre.
Povero il cielo e povere le stanze,
Sabato Santo, il tuo chiaror ci abbaglia,
e il nostro cuore fa una lenta maglia
col cielo, che ne abbraccia le speranze.
Semplice vita, alle nostre dimande
tu ci rispondi: Su coraggio andate!
Noi t'ubbidiamo; e questa povertà
non ha bisogno più d'altre vivande.
Noi siamo tanti quanti alla campagna
sono gli .uccelli sulle mosse piante,
cui sembra ancor che le parole sante
giungan col vento e l'acqua che li bagna.
A noi, non visti, nelle grigie stanze,
miriadi in mezzo alla città che fuma,
Sabato Santo, la tua luce illumina
solo le mani, unica festa, stanche:
A noi la pace che verrà, operosa
già dentro il cuore e sulla mano sta,
che ti prepara, o Pasqua, e che non ha
che il solo pane per farti festosa.