L'opera dello scrittore e saggista francese costituì, e costituisce, una illuminazione per tutta la cultura europea contemporanea. Egli fu sempre polemico verso il cattolicesimo che vuol ridurre la morale ad una igiene dei sensi e che porta le coscienze all'indifferenza ed all'immobilità. Il protagonista del Diario d'un curato di campagna - libro considerato il suo capolavoro - riassume l'ideale umano e cristiano dello scrittore: l'umile e coraggioso curato possiede il senso eroico dell'esistenza ed una illimitata capacità di carità.
BERNANOS GEORGES (1888-1948)
Allora è successa una cosa molto sorprendente. Ha spinto una seggiola proprio contro di me, si è seduto, m'ha preso le mani nelle sue senz'abbandonare il mio sguardo coi suoi magnifici occhi pieni di lacrime e tuttavia più imperiosi che mai, occhi che renderebbero facilissima, semplicissima la morte.
“ Ti tratto da vagabondo” m'ha detto “ ma ti stimo. Prendi la parola per quel che vale, è una grande parola. Secondo me, il buon Dio t'ha chiamato, non c'è dubbio. Fisicamente, ti si prenderebbe piuttosto per semenza di monaco, ma non importa! Se non hai grandi spalle hai del cuore, meriti di servire nella fanteria. Ma ricordati di quello che ti dico: non lasciarti evacuare. Se scendi una volta all'infermeria non ne uscirai più. Non sei stato costruito per la guerra di logoramento. Marcia a fondo e arrangiati in modo da finire tranquillamente un giorno nel fossato, senz'esserti mai sganciato lo zaino”.
So bene che non merito la sua fiducia, ma, dal momento che mi vien data, mi sembra anche che non la deluderò. È, questa, tutta la forza dei deboli, dei fanciulli: la mia.
“ La vita, la s'impara più o meno presto; ma si finisce sempre per impararla, secondo la propria capacità. Ognuno, beninteso, non ha che la sua parte d'esperienza. Un flacone da venti centilitri non conterrà mai quanto un litro. Ma c'è l'esperienza dell'ingiustizia. ”
Ho sentito che la fisionomia, mio malgrado, doveva irrigidirmisi, poiché questa parola mi fa male. Aprivo già la bocca per rispondere.
“Taci! Tu non lo sai che cos'è l'ingiustizia. Lo saprai. Appartiene a una razza d'uomini. che l'ingiustizia fiuta da lontano: li spia pazientemente, sino al giorno... Non bisogna che ti lasci divorare. Soprattutto, non stare a credere che la farai indietreggiare fissandola negli occhi come un domatore! Non sfuggiresti al suo fascino, alla sua vertigine. Non guardarla che quel tanto che occorre, e non guardarla mai senza pregare. ” La sua voce s'era messa a tremare un poco. Quali immagini, quali ricordi passavano in quel momento nei suoi occhi? Dio lo sa.
“Stà sicuro, l'invidierai più d'una volta la piccola suora che parte alla mattina, contenta, verso i suoi marmocchi pidocchiosi, i suoi mendicanti, i suoi ubriaconi, e lavora a braccia piene sino alla sera. Dell'ingiustizia, vedi, lei se ne infischia! Il suo gregge di storpi, lei lo lava, lo strofina, lo cura; e .finalmente lo seppellisce. Non è a lei che il Signore ha confidato la sua parola. La parola di Dio! "Restituiscimi la mia Parola" dirà il Giudice nell'ultimo giorno. Quando si pensa a quello che certuni dovranno cavar fuori, in quel momento, dal loro piccolo bagaglio, non si ha voglia di ridere, oh no!”